Fare pace con me stessa.
Forse è arrivato il momento di capire che il mio primo compito, il mio primo progetto, adesso deve diventare questo.
E tutto il resto deve aspettare.
I progetti mancati, i sogni che non si trovano. L'urgenza di scappare da qui.
Il senso di fallimento continuo.
La rabbia, soprattutto.
La rabbia verso tutto e tutti, verso me stessa in primis.
Accettare. Accettarsi. Perdonare.
Che paroloni.
Come sempre vorrei qualcuno avesse scritto un manuale.
Faccio sempre così io: quando qualcosa non mi torna, quando non so da dove partire, quando ho bisogno di mettere ordine in testa, quando semplicemente non mi fido di me stessa...io cerco un libro. Un saggio. Un manuale. Un romanzo. Qualcuno che abbia scritto qualcosa sull'argomento. Questo bisogno di razionalizzare, di trovare punti di riferimento esterni a me.
A volte fa sorridere. Che poi tanto lo so che su ogni argomento è stato scritto tutto e il contrario di tutto, che la maggior parte sono cazzate. Un altro modo per fare soldi da parte di una casa editrice e basta. Però il bisogno della carta stampata, di vedere nero su bianco un concetto SCRITTO DA QUALCUN ALTRO fuori da me...non mi passa.
Sono sopraffatta da mille pensieri, da mille dolori. In questo momento quello più urgente, naturalmente, il lavoro. Tra un paio di mesi o poco più terminerà il mio contratto di sostituzione maternità. La società per la quale lavoro, per la quale ho lavorato per prima dopo la laurea e dove sono tornata di recente, esternalizza tutta una serie di funzioni "di staff" a una società indiana...
Funzioni coinvolte: esattamente le uniche in cui avevo una speranza di poter essere ricollocata dopo il rientro della mia collega. Speranze terminate.
Ma tanto questo lavoro io lo odio, l'ho sempre odiato.
Si ma adesso ho un figlio.
E sono single.
Nessun secondo stipendio su cui poter contare per mantenere una casa e una vita, per quanto modesta. Per poter mantenere mio figlio, farlo crescere, dargli un futuro.
Solo le mie mani, le mie spalle, a mia testa. Che sta andando a puttane. E, Dio! non posso permettermi nemmeno questo.
Non posso mollare l'osso.
Una soluzione la devo trovare.
Prima di tutto con me stessa.
Devo trovare il modo di smetterla di tormentarmi, di accusarmi, di biasimarmi, di arrovellarmi il cervello in elucubrazioni che non portano da nessuna parte, di vedermi finita, disperata.
Devo smetterla di schifare ogni opzione possibile, di ripetermi che tutto è inutile, o vano, o poco interessante, che niente vale la pena di essere vissuto.
Devo tirarmi fuori da questa palta nella quale indugio dall'età di 20 anni.
Volevo fare downshifting e mi maledico ogni giorno per non essere riuscita a realizzarlo.
Ma forse devo fermarmi e pensare... il downshifting deve essere un mezzo per raggiungere altri sogni, non un fine. Non è una meta ma uno strumento.
E downshifting io lo faccio già, da anni.
Migliorabile, come tutto. Ma in fondo, non è già in downshifting la mia vita?
Non ho forse già deciso dentro di me che non me ne frega un cazzo della vita di latta e lustrini che fino a qualche anno fa ci avevano insegnato fosse l'unica possibile, l'unica da inseguire? Non ho forse capito che a me fare carriera in una multinazionale non solo non interessa, ma mi fa addirittura schifo? Che i miei valori sono altri? Che la felicità me la da molto di più mio figlio di due anni che impara a parlare, che corre felice su un prato... e non certo una runione in un ufficio di cristallo con 10 deficienti pieni di sè intorno a un tavolo?
Non sono forse già appassionata a temi come l'autoproduzione, la sostenibilità... nei limiti di quello che una vita come la mia consente?
La risposta è SI.
Quello che manca, semmai, è trovare un'occupazione, un lavoro che mi dia da campare ma che sia in armonia con i miei valori, i miei principi.
In coerenza.
Perchè io purtroppo non riesco a fare pace con me stessa se x mantenere me e mio figlio devo trovarmi un lavoro a 3 ore di trasporti da casa mia, 10 ore di computer per far ingrassare le tasche di chi i soldi non sa più dove metterli e non li usa per alcuno scopo nobile....
Non posso combattere il sistema capitalistico, non è nelle mie possibilità.
Non posso cambiare l'umanità intera e quello che è diventata.
Amica mia saggia, hai ragione tu: devo trovare altri sogni e spezzettarli in sogni più piccoli.
E nel frattempo continuare questo lavoro costante, mai finito, mai compiuto del tutto su me stessa.
Imparare ad Accettare.
A Perdonare.
Ad amare la vita, e me stessa, nonostante tutto.
Amica mia saggia, sei una persona speciale. Di quelle che mi piacerebbe avere vicino fisicamente ogni giorno.
Egoisticamente.
Perchè di persone come te non se ne trova spesso in giro...
Voglio copiare una simpatica abitudine: scrivere almeno 3 pensieri positivi al giorno.
Oggi uno dei tre sarai sicuramente tu.
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